La Olimpia Regium, squadra reggiana di Calcio a 5, appone sulla sua magia la patch del GRADE
“Senso di appartenenza al territorio ed attenzione al sociale. Tutto in una patch, quella che l’Olimpia Regium mostrerà, orgogliosa, sulle proprie maglie a partire dall’impegno casalingo di sabato prossimo col Fossolo 76. La patch è quella di Fondazione GRADE Onlus, nata nel 1989 e da oltre 30 anni a sostegno dell’attività ospedaliera del Reparto di Ematologia dell’Ausl – IRCCS Cancer Center di Reggio Emilia, finanziando progetti di ricerca e assistenza per pazienti affetti da malattie onco-ematologiche”. Con queste parole il Direttore Generale dell’Olimpia Regium, squadra reggiana che milita nel Campionato Nazionale Serie B FIGC Calcio a 5, annuncia questa scelta formalizzata nella sede del CORE, con la presentazione della maglia insieme a Valeria Alberti del GRADE, nella sede del CORE.
“L’idea di applicare la patch alla nostra maglia – prosegue Panciroli – è nata quest’estate in occasione dell’evento “Lo sport reggiano si fa con il…CORE”, che ha visto battuti all’asta diversi cimeli di società e sportivi reggiani nella splendida cornice del Circolo Tennis Reggio. La volontà è quella di continuare a far conoscere a Reggio, e anche fuori dalla nostra città, questa importante realtà che lavora a stretto contatto con quella che è un’eccellenza internazionale come il CORE. Vogliamo dare il nostro contributo nel sensibilizzare sempre più persone in merito alla ricerca, passo fondamentale per la cura delle malattie oncologiche che toccano da vicino la società moderna. Quello della patch è un piccolo gesto, ma allo stesso tempo molto sentito. Mi auguro che in tanti, sportivi e non, possano sensibilizzarsi a questo tema”.
“Ringraziamo di cuore l’Olimpia Regium per la sensibilità dimostrata – afferma Roberto Abati, Direttore della Fondazione GRADE Onlus – avvicinare i giovani allo sport e al tema della ricerca vuol dire spiegare con forti valori e forte motivazioni lo spirito di appartenenza e di condivisone perché la scienza, come disse Pasteur, non conosce nessun Paese, perché la conoscenza appartiene all’umanità, ed è la torcia che illumina il mondo. Per spiegarlo anche ai giovani serve utilizzare il loro linguaggio: lo sport, quello sano, è un vettore di fortissimo impatto per parlare con le nuove generazioni”.
“Oggi – prosegue Abati – stiamo portando avanti due importanti studi di portata nazionale, attraverso la raccolta fondi “Ricerca o non Ricerca?” che punta a raccogliere in 5 anni 1.200.000 euro. Come sempre ci poniamo obiettivi ambiziosi, che contiamo di ottenere grazie al sostegno da parte di tutta la comunità che non è mai mancato in tutti questi anni”.