Sabrina Paglia in concerto per GRADE. Leggi l’intervista
Venerdì 1 agosto si svolgerà la serata conclusiva della rassegna musicale a favore di GRADE Onlus ai Chiostri di S. Pietro a Reggio Emilia.
Organizzata dal Gruppo Amici dell’Ematologia, nell’ambito di Restate 2014, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e con il contributo di Banco S. Geminiano e S. Prospero, l’iniziativa è stata pensata per raccogliere fondi per il Reparto di Ematologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova – IRCCS ma soprattutto per la costruzione del CO-RE.
Per il gran finale salirà sul palco Sabrina Paglia con “MinaMia”, un concerto – tributo a Mina e Mia Martini, due regine della canzone italiana che hanno itrasmesso tutte le emozioni che la musica del nostro paese ha saputo dare e che ancora sa dare. Sabrina Paglia, artista versatile, che da anni calca il palcoscenico con spettacoli di teatro canzone, non è nuova a questo tipo di lavoro che consiste nel ricreare le atmosfere del tempo e a trasmettere nuove emozioni.
L’appuntamento andrà in scena nella splendida cornice dei Chiostri di S. Pietro a Reggio Emilia al costo di 10 euro a persona. Parte del ricavato della vendita dei biglietti dsarà devoluto a GRADE Onlus per finanziare progetti di ricerca e assistenza per pazienti affetti da malattie del sangue, ma anche per portare a termine il futuro Centro Oncoematologico che nel 2015 sarà inaugurato a Reggio Emilia.
Info e prenotazioni: GRADE Onlus – tel. 0522.296888 o 346.6924809
Scarica il manifesto del concerto MinaMia: clicca qui >>
Intervista a Sabrina Paglia
Come nasce il desiderio di confrontarsi con due artiste così diverse e impegnative?
Nasce dalla continua necessità di sfida con me stessa, l’esigenza di mettermi continuamente in gioco è sempre stato il filo conduttore di tutte le mie esperienze professionali e artistiche, la costante ricerca di uno stimolo, di una motivazione, di un mordente per rincorrere sempre qualche traguardo complicato, al fine di dimostrare a me stessa di riuscire nelle situazioni più ardue, vista la mia inseparabile insicurezza e il non sentirsi mai arrivata.
Perché Mina e Mia Martini?
Mina è sensualità, gestualità, fisicità interpretativa, Mina è corpo che liberamente ostenta senza esserne imprigionata e condizionata, è moda ,è musica oltre a essere un concentrato di passioni. Dopo anni di conflittualità con il mio corpo, ho imparato a scioglierlo, a mostrarlo con più coraggio e, osservando i miti, anche a utilizzarlo teatralmente come parte integrante dell’interpretazione canora. In Mia Martini mi sono riconosciuta nel suo spasmodico perfezionismo e nel suo inguaribile rigore professionale e artistico, verso prima di tutto se stessa e poi verso i suoi collaboratori. Al tempo stesso mi riconosco nella sua fragilità, nella solitudine dell’artista e nella sua continua ricerca di una sintesi armonica, alla ricerca di una serenità emotiva vista la mia indole, non si direbbe, melanconica.
Come costruisci i personaggi dentro di te?
Quando devo approcciarmi a un nuovo spettacolo non amo l’improvvisazione a priori. Essendo molto esigente con me stessa non mi accontento solo di quello che la voce può dare, voglio entrare, o meglio, voglio “farmi abitare” dai personaggi che interpreto come se tra me e loro avvenisse un’osmosi. Questo comporta ore e ore ad ascoltare le loro voci, l’inflessione vocale, lo sguardo, i movimenti della bocca, delle mani, la postura del corpo, il suono delle consonanti delle vocali pronunciate e catturare le particolarità della loro personalità. Leggo le loro interviste, studio aneddoti, recensioni, insomma entro in punta di piedi nella loro vita e pian piano cominciare a fondermi con la loro individualità carpendo ciò che ci accomuna, che mi emoziona e che mi fa sentire in modo empatico dentro di loro.
Tra Sabrina, Mina e Mia Martini chi vorresti realmente essere?
Vorrei essere la sintesi di tutte e tre… pensa che botto! Una signora del pubblico ha detto una cosa nella quale mi sono riconosciuta moltissimo: “Lei ha la gestualità di Mina e l’anima di Mia Martini”.
Come è nato questo gruppo e da chi è composto?
Quando ho proposto a Gianni Barigazzi, regista dello spettacolo, di allestire un gruppo per poter rappresentare le canzoni di queste due grandi artiste, mi ha guardato piuttosto male, non so cosa abbia pensato! Poi insieme abbiamo iniziato a cercare dei musicisti che avessero una spiccata professionalità, ma soprattutto fossero dotati una grande sensibilità. Naturalmente siamo partiti da Ovidio Bigi, che ha curato le musiche e gli arrangiamenti di questo spettacolo, diventandone il direttore musicale e con il quale ho un rapporto “storico”. Giovanni Cavazzoli, contrabbasso, ha suonato nell’orchestra sinfonica del Teatro Verdi di Trieste e nell’orchestra del Maggio Fiorentino; Massimo De Matteis, docente di batteria e Tiziano Bellelli docente di chitarra, entrambi presso la scuola di musica Cepam di Reggio Emilia. A settembre del 2013 abbiamo iniziato a confrontarci sul progetto di allestire un concerto, quello che oggi è diventato un bella realtà. Durante i lunghi mesi delle prove abbiamo avuto modo di conoscerci e tutti hanno portato il loro contributo per ottenere sempre un risultato migliore. Per questo tipo di spettacolo il ruolo predominate è quello della cantante ma, senza un gruppo di musicisti di grande valore, diventa difficile coinvolgere e “far cantare” il pubblico, a loro va il mio ringraziamento.
Infine come convivi, artisticamente, con le due donne che “abitano” con te?
A volte riesco a litigare anche con loro! Soprattutto quando mi trovo di fronte a difficoltà come la tonalità, la struttura della canzone, l’interpretazione, il fraseggio e lo stile che deve essere fedele all’originale; non sempre questo arriva subito, ma richiede tempo, preparazione e concentrazione.
Condivido con loro le mie emozioni, le mie paure, le mie insicurezze, i mie sogni, e non per ultimo il consenso del pubblico sempre molto caloroso e ben disposto ad accogliere queste tre diverse personalità.