Elena
Le segretarie sono spesso il primo contatto che i pazienti hanno con il reparto di Ematologia. Arrivano con il loro carico di incertezza e di ansia per il futuro e trovare il volto sorridente di una persona disponibile e attenta ad accoglierli fa sì che la persona arrivi da medici e infermieri già più tranquillizzata e disponibile ad affidarsi.
Per questo le segretarie svolgono per l’Ematologia, una funzione fondamentale, anche se meno “visibile”.
Elena rappresenta al meglio da diciotto anni questi valori.dr Francesco Merli
(Direttore dell’Ematologia)
Mi chiamo Elena ed ho 41 anni.
La mia storia in Ematologia inizia nel 2001 quasi per caso, per la sostituzione di una ragazza che si sarebbe sposata di lì a poco, e come tante cose che accadono per caso, è diventata una parte fondamentale nella mia vita.
Quante cose sono cambiate da allora… all’epoca lo staff era composto solamente da 7 medici e 5 infermieri, ora sono 18 medici e 26 infermieri!
All’inizio il lavoro che dovevo svolgere era semplice, oggi ci dobbiamo rapportare con molti più reparti specialistici e le persone assistite sono aumentate notevolmente. Tutta la gestione della segreteria avveniva su carta o fax, impensabile per i volumi odierni.
Nel 2014 siamo stati il primo reparto del Santa Maria Nuova ad adottare il sistema di cartella informatizzata. Un notevole passo avanti che ci ha consentito di gestire al meglio la programmazione e l’assistenza dei pazienti. Dal 2016 l’Ematologia trova la sua definitiva destinazione nel nuovo padiglione del CORE che accoglie tutte le eccellenze del mondo Onco-Ematologico di Reggio. Essere all’avanguardia, all’inizio, può presentare piccoli inconvenienti, ma sul lungo periodo ripaga.
Così, piano piano, in punta di piedi, ho iniziato ad entrare in questo mondo, con la caparbietà che mi contraddistingue senza mollare mai e un poco alla volta sono diventata parte di questa grande famiglia che è l’Ematologia.
Dopo 18 anni, un matrimonio, due splendidi figli (Massimo ed Alice di 17 e 11 anni), sono ancora qui a rompere le scatole, a “bacchettare” i medici se ci sono imprecisioni nella parte amministrativa e a gestire la segreteria assieme alle mie due colleghe e amiche: Chiara e Rita.
Il mio compito è quello di accogliere le persone che arrivano in reparto e accompagnarle nel loro cammino di cura. Lavorare nella segreteria dell’Ematologia non significa per me soltanto organizzare il percorso dell’assistito e amministrare scartoffie, ma significa soprattutto rivolgere un sorriso, una parola di sostegno, una battuta a chi sta passando un momento critico della propria vita. Questo è l’aspetto più importante del mio lavoro. Ogni persona che accolgo è un dono per me, ho visto tanti pazienti combattere a lungo come guerrieri, ho conosciuto persone con un animo dolce e ho visto trasformare la loro dolcezza in forza e grinta per poter affrontare la malattia. Per me è stato impossibile non instaurare bellissime amicizie che vanno ben al di là del rapporto assistito/operatore.
Il mio lavoro ormai fa parte della mia quotidianità, della mia routine, che viaggia in parallelo alla mia famiglia.
Ogni volta che un paziente guarisce e vince la malattia penso di aver vinto con lui. Ogni volta che perde la sua battaglia mi sento impotente. Mi capita di crollare di fronte ad un pianto dopo la comunicazione di una diagnosi o dopo la perdita di un famigliare. Ma cerco sempre nel mio piccolo di trasmettere la forza di andare avanti e di affrontare giorno per giorno quello che la vita ci riserva.
Vorrei dedicare a tutti voi che mi avete conosciuto in questi anni di permanenza in Ematologia o alle varie iniziative come volontaria del GRADE, queste ultime righe del mio racconto.
Grazie per i sorrisi che mi avete regalato anche quando non ne avevate la forza, per i “grazie Elly” che mi hanno fatta sentire realizzata a fine giornata, per avermi fatto capire il vero valore della vita, quella che chi non vive questa quotidianità non apprezza abbastanza.
Grazie per aver arricchito la mia vita.
Elly