Laura
05.04.2013. Questa è la data dove ha inizio la mia avventura. Quel giorno il dott. Merli mi visitò e mi diagnosticò il linfoma. Arrivai da lui dopo diverse ecografie, 2 aghi aspirati e diverse visite. Ancora non sapevo cosa fosse la pallina di 4 cm che avevo nella clavicola sinistra.
Al dottore bastò poco per capire che era un linfoma. Mi ricordo ancora le parole: “Laura mi dispiace ma credo che questa sia una cosa simile a quello che ha avuto tuo papà” ( mio padre, nel 2009, ha scambiato 2 chiacchiere con un linfoma non Hodgkin, fortunatamente è in remissione completa). Ricordo che guardai fisso il poster di Battiato che Merli ha nel suo studio per cercare di non piangere. Fui mandata subito a fare una rx ai polmoni. Quei quattro piani di scale che mi separavano dalla radiologia sembrarono un fiume in piena, fatto di lacrime e rabbia. La sensibilità e umanità con la quale il tecnico di radiologia tentava di rassicurarmi e calmarmi ancora oggi mi commuove. La lastra diede esito negativo ma in realtà il tumore c’era. Dopo la tac, la pet, ago aspirato, biopsia e prelievo di midollo osseo, mi fu diagnosticato Linfoma di Hodgkin al II stadio. Da qui iniziò il mio viaggio con “Linfo” (cit Elis Bassi).
È difficile descrivere cosa ho provato, cosa ho sentito e cosa mi sia passato nella testa, nel cuore e nello stomaco in quei mesi ma ci proverò.
In casa, purtroppo, non era la prima volta che sentivamo la parola tumore, ma sentirselo dire a 25 anni, beh, mi ha sconvolto. Mi sono data solo un giorno per disperarmi, dopodiché ho iniziato a combattere con tutta me stessa! Ho affrontato tutto con l’obiettivo di superare e vincere contro il linfoma. Mi faceva soffrire vedere mia madre piangere di nascosto, mentre vedere gli sguardi di pena della gente mi faceva arrabbiare non so perché; però ho anche scoperto cosa vuole dire sentirsi coccolata per 6 mesi! I miei genitori e le mie sorelle mi viziavano appena potevano, non parlo di regali costosi, ma di piatti preferiti, risate, abbracci, baci e quei ti voglio bene che ci diciamo sempre troppo poco. I miei cugini invece mi portavano tutte le settimane a fare colazione, lo so può non sembrare molto, ma svagarsi e uscire senza pensare che l’indesiderato fosse lì con me era bello. I miei amici invece, mi hanno fatto tanto ridere, ma anche piangere si! Tante lacrime le riservavo solo a loro, perchè non volevo far vedere ai miei genitori la mia fragilità in quel momento.
Merli mi propose una terapia sperimentale che prevedeva di dimezzare le chemio, accettai subito. Iniziai cosi le infusioni di Brentuximab. Alla seconda infusione andai in shock anafilattico, come si dice: piove sempre sul bagnato? Superato lo shock iniziarono le chemio, la perdita dei capelli, percepivo una profonda stanchezza, non sentivo più i sapori, spesso in compagnia della nausea il tutto condito dalle punturine per alzare i globuli bianchi. In totale 6 chemio e 15 sedute di radioterapia. L’ultima il 7 ottobre 2013. Era meglio un mojito no? Ma il mio cocktail aveva funzionato!
L‘anno scorso, amici cugini e sorelle, mi hanno organizzato una festa a sorpresa proprio per festeggiare i 5 anni dall’ultima radio. Chi avrebbe immaginato che ricordassero questa data… Ora io mi domando, ma chi è che ha persone speciali così che ti organizzano una sorpresa per festeggiare i 5 anni di fine cure?? Sono fortunata, lo so. Li ringrazio tutti per avermi sopportato e supportato da sempre, grazie a Lara del GRADE per avermi chiesto di raccontarvi la mia storia, un grazie con tutto il cuore al dott. Merli che mi ha salvato, grazie degli abbracci terapeutici che mi hai dato, mi scaldavano il cuore. Grazie a tutto il team dell’ematologia, quando entravo in reparto sentivo e vedevo la loro allegria e passione che mi faceva pesare meno il momento. Spero che questa Storia possa servire a qualcuno per aiutarlo ad affrontare al meglio il percorso che dovrà iniziare in ematologia.
Ah dimenticavo! Adesso ho 32 anni, sono passati 6 anni dall’ultima radio, sto bene, mi godo la vita come posso, ho scoperto l’amore e adesso me lo sto vivendo tutto, chissà magari tra non molto metterò su famiglia.
Laura Multinu