Paola
Ero arrabbiata, arrabbiata con la vita per ciò che mi stava succedendo. E vivevo questa incredibile contraddizione: nel mio corpo portavo la mia bambina, e proprio mentre io ero proiettata verso la sua nascita, verso il futuro, questo stesso corpo si era ammalato”.
“Ero arrabbiata, arrabbiata con la vita per ciò che mi stava succedendo. E vivevo questa incredibile contraddizione: nel mio corpo portavo la mia bambina, e proprio mentre io ero proiettata verso la sua nascita, verso il futuro, questo stesso corpo si era ammalato”.
Paola scopre di essere malata quando è al sesto mese di gravidanza. Da bambina aveva perso una sorella per un tumore al cervello, ed è la madre della giovane ad accorgersi che c’era qualcosa di strano nello stato di Paola.
“Mia madre mi guardava il collo preoccupata – racconta Paola – diceva che mentre parlavo mi si gonfiavano le ghiandole in modo anomalo. Anni fa io ho perso mia sorella per un tumore, da allora mia madre è sempre stata molto attenta ad ogni piccolo segnale, così mi convinse a parlare con la mia ginecologa”.
La dottoressa si accorse che qualcosa non andava, ma nel suo stato Paola non poteva fare nulla se non una biopsia per accertare lo stato di quelle ghiandole ingrossate. Linfoma di Hodgkin, un tumore maligno del sistema linfatico. Un’ecografia servì poi ad accertare lo stato di salute della bambina che portava in grembo: la piccola Chiara per fortuna stava benissimo, cresceva, e i medici decisero quindi che l’avrebbero fatta nascere appena possibile.
“Chiara è nata il 16 luglio del 2002, poco dopo lo scadere del settimo mese, era bellissima e pesava già 2 chili e 640 grammi – racconta Paola – in sala parto con me c’erano la mia ginecologa, un medico amico di famiglia che mi aveva fatto nascere, ma c’era anche il mio medico dell’ematologia. Appena nata Chiara, mentre ero ancora sotto gli effetti dell’epidurale, mi fece un prelievo del midollo osseo”. Il giorno dopo il parto Paola fece la Tac, il quadro clinico era abbastanza tranquillizzante, il linfoma interessava collo e mediastino superiore, i medici decisero di sottoporla a quattro cicli di chemioterapia e alla radioterapia.
“Ho fatto la mia prima seduta di chemioterapia il 29 luglio, 13 giorni dopo la nascita di Chiara. La bimba in quei mesi è stata incredibile, io sono convinta che lei sapesse, è stata eccezionale. Luca, mio marito, mi è stato vicino ogni giorno, ed è anche grazie a lui che sono riuscita a superare questo periodo”.
La remissione completa della malattia per Paola è arrivata nel mese di novembre del 2002.
“Nella sfortuna di ciò che mi è capitato ho incontrato persone eccezionali. Adesso io sono e mi sento un’altra persona, ciò che mi è accaduto mi ha cambiato, ha cambiato la mia scala di valori.”
“Nella sfortuna di ciò che mi è capitato ho incontrato persone eccezionali. Adesso io sono e mi sento un’altra persona, ciò che mi è accaduto mi ha cambiato, ha cambiato la mia scala di valori. Quando mi hanno diagnosticato il linfoma io ero proiettata verso tutt’altro, avevo la mia bambina che cresceva dentro di me. Improvvisamente non sapevo più se avrei avuto un domani.
Volevo che lei nascesse, ma non sapevo se l’avrei vista crescere. Oggi io sto benissimo. Ciò che mi è accaduto rappresenta una parte importante della mia vita. Io sono contenta di come sono diventata e non vedo l’ora di poter raccontare a Chiara quanto è stata brava”. E dopo la malattia Paola ha coronato anche un altro dei suoi desideri: ha cominciato a giocare a calcetto.
Oggi Paola ha 30 anni.